L’approvazione del bilancio di previsione, per il comune della Spezia, è avvenuta durante una seduta di Consiglio comunale non scevra di polemiche e di accesi scontri tra maggioranza e opposizione. Diversi i temi che hanno scatenato il dibattito, anche su questioni tecniche specifiche. Alla fine la maggioranza della compagine di governo del sindaco Pierluigi Peracchini ha approvato gli atti relativi al bilancio ed alle attività di programmazione.
Quella dell’altra sera è stata una seduta consiliare molto “calda”, con una minoranza agguerrita che ha contestato la scelta di modificare, con un aumento, una delle tasse locali: l’addizionale Irpef salita dello 0,2% per i redditi sopra i 15 mila euro. In risposta alle accuse di gravare oneri sui cittadini la linea portata a dibattito dall’amministrazione Peracchini è stata incentrata sulla decisione di garantire, anche a fronte dei nuovi costi generali, tutti i diversi servizi essenziali, senza aumentare le spese per le fasce più deboli. La crisi energetica, gli strascichi dell’emergenza pandemica e la guerra in Ucraina non stanno rendendo le cose facili per nessun Comune. Le amministrazioni locali si trovano tutte a combattere con l’aumento dei prezzi e difendere i bilanci pubblici è una difficoltà generalizzata.
A risposta delle accuse arrivate dai banchi dell’opposizione, che hanno lamentato un aggravio verso alcune fasce di reddito, vi è stato l’intervento dell’assessore con delega al bilancio Marco Frascatore che ha confermato, notizia attesa da molti spezzini, specialmente quelli inseriti nelle categorie più deboli, che non saranno toccati i servizi e non sarà diminuito il sostegno alle famiglie o alle categorie fragili. Per sindaco e giunta questo bilancio è la conferma di aver operato a favore delle categorie più a rischio, senza tagliare i servizi, anche in un momento di crisi.
“Siamo riusciti a superare tutti gli aumenti conseguenti, non previsti e le spese inderogabili che possiamo quantificare in circa 5 milioni di euro l’anno scorso sconosciuti ma oggi obbligatori – ha spiegato Frascatore – di fronte a questo obbligo, la manovra dell’amministrazione risulta essere decisamente la più equa possibile e al tempo stesso tuteliamo le fasce più deboli garantendo i servizi ai costi più bassi possibili e nel saper affrontare tutte queste emergenze tuteliamo i redditi più fragili, i più bisognosi ed i servizi”.
L’assessore che su delega del sindaco ha sviluppato il programma economico dell’Ente, ha poi proseguito: “Con l’approvazione del Bilancio di previsione è stata data priorità ai servizi essenziali che non sono stati revisionati e per i quali abbiamo responsabilmente lasciato invariate tutte le tariffe anche quelle relative ai servizi a domanda individuale tra cui le rette scolastiche e le refezioni. La soglia di esenzione Irpef ai redditi fino a 15 mila nostro orgoglio e siamo tra le poche città a garantirlo (un servizio che copre le necessità di quasi 30 mila spezzini). Anche tari e Imu invariati rimanendo i più bassi delle città capoluogo della Liguria e non solo (il riferimento è alle città similari in Italia. Ndr). Garantiamo i buoni pasto gratuiti ai più deboli, con la gratuità del buono pasto fino a circa 6mila euro di Isee e scontato del 25% a tutti; garantiamo gli sconti con le tariffe scolastiche scontate al 23%; garantiamo tariffe invariata e sono le più basse dei Comuni capoluogo della Liguria. Oltre a questo abbiamo lavorato per ottenere canoni di locazione concordati ed il comodato d’uso gratuito sempre a favore delle categorie sociali più fragili. Abbiamo tutelato le fasce più deboli nonostante la crisi economica.
Poi in conclusione: “La scelta di rimodulare solo l’aliquota della addizionale Irpef, fra tutte le scelte possibili per fare fronte a un aumento di costi di gestione diretta dei servizi ai cittadini, oltre che dei costi delle materie prime, è risultata essere quella più equa proprio perché proporzionata al reddito percepito dai cittadini ed in alcuni casi si vedranno minimi aumenti addizionali di circa 2,5 euro al mese. L’aumento dello 0,2% per i redditi sopra i 15 mila euro è un piccolo adeguamento per mettere in sicurezza il bilancio comunale e consentirci di garantire lo standard dei servizi erogati. Il Comune deve fare fronte a 2,1 milioni di euro in più per le bollette, 800 mila euro in più sui costi del personale, il tutto, sommando gli aumenti imprevisti, grava di 4,7 milioni il nostro bilancio, tutte spese frutto della situazione contingente e non prevedibili”.