Imprese che vorrebbero assumere ma non trovano lavoratori con competenze e profili adeguati. E’ questo il quadro che emerge dal rapporto annuale Excelsior relativo al 2022 per la provincia di La Spezia. Secondo l’analisi, realizzata da Unioncamere in collaborazione con l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (Anpal), nell’anno appena trascorso, il 64% delle imprese della provincia con dipendenti prevedeva di assumere personale ma ha incontrato difficoltà superiori a quelle dell’anno precedente (il 40% nel 2022 a fronte del 29% registrato nel 2021).
Complessivamente, in termini di entrate previste, le imprese della provincia di La Spezia nel 2022 hanno espresso necessità di assunzione per complessivi 19 mila 650 posti di lavoro, di cui circa il 34% riguardano persone fino a 29 anni di età. La propensione ad assumere delle imprese dello Spezzino è aumentata lo scorso anno di 3330 unità rispetto al 2021, che significa il 20,4% in più in termini percentuali, un dato che riguarda in prevalenza (per il 67%) le imprese tra 1 e 49 dipendenti.
Come emerge dalle elaborazioni del Servizio Informazione economica e Orientamento al lavoro della Camera di Commercio Riviere di Liguria sui dati dell’analisi Excelsior, tra i settori più bisognosi di lavoratori figurano i servizi di alloggio e ristorazione e i servizi turistici (30,1%), gli altri servizi (19,6%), le industrie metalmeccaniche ed elettroniche (15,6%), il commercio al dettaglio, all’ingrosso e riparazione di autoveicoli e motocicli (12,9%), le costruzioni (9,8%).
“Anche nella provincia della Spezia, tuttavia, il principale problema da affrontare è quello del mismatch, ossia il disallineamento tra la domanda e l’offerta di lavoro“, spiega il Segretario generale della Camera di Commercio, Marco Casarino. “Tra i settori, – prosegue Casarino – quelli maggiormente colpiti dal cortocircuito tra domanda-offerta di lavoro (con un grado di difficoltà nel reperimento di risorse umane che tocca il 50 per cento delle figure richieste) sono le costruzioni (52%), i servizi avanzati di supporto alle imprese (51%), le industrie meccaniche ed elettroniche (50%); seguono altre industrie (47%) e altri servizi (37%). Se si guarda invece ai profili professionali, la categoria che registra maggiori difficoltà di reperimento è quella degli operai specializzati (55,5%); seguono le professioni tecniche (51,5%), i conduttori di impianti ed operai di macchinari fissi e mobili (47,6%), i dirigenti, professioni intellettuali, scientifiche, con elevata specializzazione (44,2%), le professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (34,5%), gli impiegati (30,7%) e infine le professioni non qualificate (25%)”.
Le principali aree aziendali di inserimento sono la produzione di beni ed erogazione del servizio (52,3%), che presenta una difficoltà di reperimento particolarmente elevata, circa il 41%; le aree commerciali e della vendita (18,2%), con una difficolta a reperire le risorse richieste del 27% circa e le aree tecniche e della progettazione (16,2%), con il 50% di difficoltà di reperimento.
Le professioni più richieste nella provincia di La Spezia nel 2022 sono gli addetti alla ristorazione (25,6%), gli addetti alle vendite (9,1%) e il personale non qualificato nei servizi di pulizia (8%). Le professioni più difficili da reperire sono i meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili (62%), i conduttori di veicoli a motore (51%), gli artigiani e operai specializzati delle costruzioni e nella manutenzione di strutture edili (44%) e gli addetti nelle attività di ristorazione (40%).
Interessante il dato relativo alla ricerca di personale femminile: le principali opportunità di inserimento lavorativo per le donne sono nel commercio al dettaglio, all’ingrosso e riparazione di autoveicoli e motocicli, dove la ricerca di personale femminile riguarda il 28% dei casi, i servizi di alloggio, ristorazione e servizi turistici (24%), i servizi culturali, sportivi e altri servizi alle persone (21%), altri servizi (20%), servizi avanzati di supporto alle imprese (17%).