Lo stop al taglio delle accise, come ampiamente prevedibile, infiamma i prezzi dei carburanti. La decisione del governo di reintrodurre la quota piena delle accise determina infatti un aumento, nel mese di gennaio, di +30 centesimi su un litro di benzina o gasolio rispetto a marzo scorso, e di +18 centesimi al litro rispetto a dicembre.
Negli scorsi giorni il presidente nazionale Faib Confesercenti Giuseppe Sperduto aveva già espresso grande preoccupazione per la decisione adottata dal Governo. “Nel ribadire che i gestori carburanti non determinano il prezzo, sempre deciso e indicato dalle compagnie petrolifere e dai retisti privati, Faib ricorda che ai gestori, a prescindere dal prezzo alla pompa, vanno sempre e soltanto 3,5 centesimi lordi al litro in media – afferma oggi Sperduto –. Va inoltre ricordato che i benzinai per 9 mesi hanno sostenuto l’anticipo del taglio delle accise, senza alcuna compensazione, peraltro più volte richiesta”.
E continua: “Inoltre è chiaro a tutti che più cresce il prezzo meno prodotto si vende e, a fronte appunto di un margine fisso di 0,035 euro, questo determina un impoverimento dei gestori e non un guadagno come per le compagnie: di fronte a questo scenario serve ancora di più un’urgente e organica ristrutturazione del settore, razionalizzando la rete e diversificando le attività non oil sulle stazioni, valorizzando i prodotti petroliferi ecologici e sintetici e ristrutturando la fiscalità che grava sui carburanti”.