Il vescovo Palletti: “Preghiamo insieme per la pace”

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Il vescovo Luigi Ernesto Palletti ha tenuto una messa per pregare alla pace in Ucraina, nazione colpita dalla guerra.

La Chiesa locale della Spezia – Sarzana – Brugnato si è unita venerdì sera in preghiera con tutte le Chiese consorelle d’Italia e d’Europa per chiedere al Signore il dono della pace in Ucraina e in tutto il mondo. Lo ha fatto unendosi in preghiera – sia in presenza, nella cattedrale di Cristo Re alla Spezia, sia nel collegamento televisivo di Tele Liguria Sud – con il proprio vescovo Luigi Ernesto Palletti, che ha concelebrato la Messa insieme a numerosi sacerdoti. Sin dalle prima battute della celebrazione, il vescovo ha invitato tutti i presenti a chiedere al Signore “che ci faccia operatori di pace”.

Su questo tema dell’invocazione a Gesù di una pace che proviene da Lui, il vescovo è tornato in modo puntuale nell’omelia, partendo dal versetto del Vangelo di Giovanni che il sacerdote ripete in tutte le Messe: “Vi lascio la pace, vi dò la mia pace. Non come la dà il mondo, io la dò a voi”. Non si tratta dunque, ha osservato il celebrante, di riflettere sul dono della pace, e neppure di capire come poterla costruire, bensì di invocare dal Signore quel dono, che da Lui proviene e non dagli uomini. Il versetto “Vi lascio la pace” è incastonato nella liturgia della Messa subito dopo il Padre Nostro, ed è accompagnato – al di là della sospensione decisa nel tempo del Covid – dal gesto dello “scambio della pace”. Ebbene, ha proseguito Palletti: “Tutto nasce da quel vesetto fondamentale, il quale ci ricorda con chiarezza che la pace proviene dal Signore Gesù. Certo, dobbiamo costruirla e custodirla. Ma gli accordi, le iniziative di pace, spesso i compromessi non sono pace. La pace nasce da un cuore riconciliato con Dio”.


La riconciliazione con il Signore è davvero la radice della pace, e non ci può essere pace senza il Signore Gesù. Dobbiamo guardare, ha detto il vescovo, il seme dal quale ogni conflitto nasce: ebbene, quel primo seme non sta nelle armi, sta nel cuore dell’uomo. Se vogliamo la pace, dobbiamo dunque chiedere al Signore il risanamento del cuore dell’uomo, del nostro cuore. “La prima guerra – ha proseguito Palletti – è sempre con noi stessi, il suo primo motore e un io che non riesce ad accettare se stesso perché disarmonico con il progetto di Dio. A proposito poi della seconda parte del versetto, “Non come la dà il mondo”, il celebrante ha osservato come non si possa sostenere che la pace sia solo assenza di conflitto, in quanto la pace autentica è invece “armonia ritrovata in noi nell’alleanza con Dio”.

Il “mondo”, se resta separato da Dio, non può dunque dare vera pace. Gesù prosegue dicendo: “Non sia turbato il vostro cuore, abbiate fede in Dio ed abbiate fede in me”. Ecco dunque come la pace vera debba nascere da un cuore non turbato. E motivi di turbamento ne abbiamo, ogni giorno, “basta ascoltare – ha detto il vescovo – le notizie che vengono anche dalla nostra Italia: chi non si turba, o non ha ascoltato o non ha compreso. E in tal modo può arrivare all’indurimento del cuore, usando a volte gli stessi strumenti dell’aggressore: occhio per occhio. Frasi forse anche giuste, ma non risolutive, che portano a farci fare esperienza della nostra impotenza: sentimento drammatico, che ci schiaccia”. Ecco perché il Signore ci invita a non avere il cuore turbato.

E’ questa la strada che – anche nelle celebrazioni di questi giorni – deve portare tutti i fedeli ad accogliere le parole del Signore e “ad essere voce di un’umanità che invoca la pace dal principe della pace”. Un forte invito, dunque, ad andare alle radici autentiche della pace, e a chiedere al Signore la forza di comprendere e di agire nel modo giusto. La celebrazione è stata accompagnata dai canti della “schola cantorum” della cattedrale di Cristo Re, diretta da Diego Marchini.

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