Candelora, il vescovo Palletti: “Una luce che non si deve spegnere”

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La cerimonia si è tenuta giovedì 2 febbraio.

Alcune decine tra religiose e religiosi delle congregazioni presenti in diocesi hanno partecipato giovedì scorso, in cattedrale alla Spezia, all’incontro annuale in occasione della Giornata della vita consacrata, che si tiene il 2 febbraio, nella festa della Presentazione al Tempio del Signore Gesù. La Giornata, giunta alla sua ventisettesima edizione, aveva quest’anno come tema “Fratelli e sorelle per la missione”.

L’incontro è iniziato a metà pomeriggio nel salone “Fanelli, ed è proseguito poi in cattedrale con la Messa solenne presieduta dal vescovo Luigi Ernesto Palletti. Oltre alle persone consacrate erano presenti numerosi fedeli, che avevano accolto l’invito rivolto a tutti nei giorni precedenti sulla televisione diocesana Tele Liguria Sud da padre Gianluigi Ameglio e da suor Lorenza Benedetti, responsabili rispettivamente dei religiosi e delle religiose, per unirsi nella celebrazione. La Messa è iniziata con la sempre suggestiva cerimonia della “benedizione delle candele”, che la liturgia cattolica prevede sin da tempi molto antichi e dalla quale deriva la denominazione popolare della festa, “Candelora”. E’ una cerimonia che, in occasione di questa “manifestazione” del Bambino Gesù nel Tempio di Gerusalemme, richiama molto forte il tema della “luce”, al quale ha fatto diretto riferimento il vescovo nella sua omelia.


“Ci viene chiesto oggi – ha detto tra l’altro monsignor Palletti – di accogliere la Sua Parola, di modo che essa alimenti la nostra fede, e la nostra fede ci permetta di riconoscere ciò che altrimenti non potremmo fare con le sole nostre forze umane. E’ quella luce nuova, che abbiamo simboleggiato insieme proprio nell’accensione delle candele, una luce che fisicamente è brillata per noi, e che ora interiormente deve continuare a brillare senza mai spegnersi, anche nei momenti più oscuri, nei momenti più difficili, nei momenti nei quali la tenebra sembra aver spazzato via tutto.

Perché Lui è lì, nella semplicità di quella natura umana, nella potenza di quella persona divina, nella misericordia che proviene dal Padre Suo che è nei cieli”. Nonostante il calo di vocazioni che prosegue ormai da decenni, la presenza religiosa in diocesi è ancora significativa. Ci sono attualmente una novantina di religiose, suddivise in circa venti congregazioni o istituti di vita consacrata: piccole comunità ma molto significative sia per la storia che rappresentano sia per il prezioso servizio che svolgono, a cominciare da quello della carità, dalle scuole cattoliche e dalla liturgia. Più ridotta la presenza maschile ma ugualmente significativa per la compresenza di congregazioni “storiche”, come francescani e salesiani, ed altre frutto del Concilio e della “nuova evangelizzazione”.

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