Dalla tavola del contadino ai banchetti papali, passando per un oblio durato più di un secolo. La storia del recupero del vitigno Ruzzese ad opera dell’azienda Cà du Ferrà, ha il sapore di un romanzo d’avventura. E come ogni buona storia che si rispetti, tutto ha inizio per caso.
Davide Zoppi e Giuseppe Luciano Aieta, giovani titolari dell’azienda vitivinicola con sede a Bonassola (SP), anni fa partecipano a un convegno a Vernazza, nelle Cinque Terre, sul tema dei vitigni recuperati, desiderosi di conoscere il passato della viticoltura costiera della Liguria. È qui che vengono a conoscenza della storia di una varietà ligure unica nel suo genere e sconosciuta ai più, anche ai liguri: il Ruzzese. Questo antico vitigno a bacca bianca, tipico del Levante ligure, nell’area compresa tra Bonassola, le Cinque Terre e i Colli di Luni, conquista subito i due intraprendenti produttori. Non solo perché il recupero di un vitigno dimenticato sedurrebbe qualsiasi cuore romantico e impavido, ma anche e soprattutto per la sua incredibile storia. Una storia degna di un Re, anzi, di un Papa.